mareaperto
- 27/06/2013 11:17:00
[ leggi altri commenti di mareaperto » ]
Quando si manifestò il cordoglio del deserto la pozza era ormai allo stato di fango secco e gli Angeli, poco meno che bachi, nel bozzolo alla foce emettevano vapore. Non ceri tu, ma tu eri già la duna alzata dal vento. Già una scia diceva il tuo verso e già un respiro di metano raccontava macchine e crisantemi. Il ghiaccio si faceva continente e tu dal perimetro della neve ricavavi leggerezza.
Quando la pioggia tornerà sul deserto e la pozza riaprirà il suo abbeveratoio conteso un nomade scuoterà il suo lungo collo allodore del nuovo frumento. Vedrà il sintomo divino da cui proviene - brivido di carne benedetta fibra per ogni tendine - e prenderà per il fieno almeno un puledro. Tu sarai nel crine del vento, sarai il crine e lo zoccolo della tormenta. Quando, e solo allora, farai del pube una miniera.
Verranno santi e diavoli tremendi ed ognuno vorrà averti nella sua casa di frontiera ma in nessun caso lanima, per l’acuto mestiere di doganiere, cederà di un palmo al tranello della questua.
Sii fiera del riso di oggi, sii fiera del respiro leggero. Sarai fiera più che l’agnello.
|